rischio argentina

 
 
 
 
 
 
     
     
ARGENTINA

Il paese ha riavviato il dialogo con il Club di Parigi – il gruppo informale dei paesi creditori – per rinegoziare il pagamento dei USD 6,7 miliardi di debito bilaterale argentino (al netto degli interessi). Secondo quanto dichiarato dal ministro dell’economia argentino Kicillof, il dialogo è a uno stadio preliminare. Quasi contemporaneamente il governo ha introdotto nuove restrizioni sugli acquisti on-line. Nelle intenzioni dell’esecutivo la misura dovrebbe tutelare la produzione nazionale, ma potrebbe in realtà sottintendere un nuovo tentativo di controllo sulla fuoriuscita di capitali, volto ad evitare una possibile crisi di bilancia dei pagamenti. Le riserve internazionali sono diminuite del 36% nel corso del 2013, attestandosi attualmente a USD 29,5 miliardi.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
     
     
  A cura dell’Ufficio Studi Economici

e-mail: ufficio.studi@sace.it

 
   

 

 

 
         


 

CHE BRUTTO NATALE CARA ARGENTINA

 
 
ARGENTINA : NATALE COMPLICATO
 
SEMBRA IMPOSSIBILE CHE IN UN MONDO CHE AFFOGA NEI DOLLARI, L’ ARGENTINA, PAESE ESPORTATORE , LI RICERCHI COL LANTERNINO..
UNO DEI PRINCIPALI ESPORTATORI DI COMMODITIES DEL PIANETA CHE DEVE RIDURSI A CONTROLLARE TURISMO ED ACQUISTI VIA INTERNET.
PRODUTTORE DI GAS E PETROLIO, CENTRALI IDROELETTRICHE TRA LE MAGGIORI AL MONDO, ENERGIE DA FONTI RINNOVABILI INFINITE,
DEVEFAR SPEGNERE A TURNO CONDIZIONATORI….
LA CRISI IN ESSERE CONVIVE CON  TASSI DI INTERESSI INTERNAZIONALI TENDENTI A ZERO, PREZZI DEI CEREALI ALLE STELLE, DEBITO PUBBLICO
RIDOTTO DAL DEFAULT…MA ALLORA CHE SUCCEDE ? 12 ANNI FA NEL 2001 FERNADO DELLA RUA DOVETTE DIMETTERSI PER LA CRISI ECONOMICA
CHE AVEVA DUE FATTORI BASICI :DI “MALATTIA “  LA PARITA’ CAMBIARIA DOLLARO PESOS ED UN DEBITO PUBBLICO SOPRATTUTTO ESTERO IMPAGABILE.
RICORDIAMO CHE ALLORA IL TASSO USA DEL DOLLARO ERA 5% E LA SOJA VALEVA MENO DI 200 DOLLARI LA TON ( CONTRO I QUASI 500 ATTUALI ).
UN OTTIMO GIORNALISTA ARGENTINO HA DETTO CHE IL PROBLEMA NON E’ IL MALATO MA IL MEDICO.
 
 

Argentina un po’ di storia

 
 

 

UN PO’ DI STORIA
 
ARGENTINA  1975 GOVERNO DI ISABEL PERON – SIMILITUDINI CON LA ODIERNA SITUAZIONE
 
L’ ARGENTINA VENIVA DA 11 ANNI DI CRESCITA ECONOMICA E IL POTERE DI ACQUISTO DEI SALARI ERA IL PU’ ALTO DELLA SUA STORIA
 
       LA INSICUREZZA POLITICA DEL DEBOLE E TRAGICO GOVERNO DI ISABEL PERON E DELLA SUA EMINENZA GRIGIA LOPEZ REGA, DETERMINARONO UNA “FUGA” AL DOLLARO CHE PRODUSSE  UNA DIFFERENZA DI QUASI IL 100% TRA CAMBIO UFFICIALE E PARALLELO, NON DISSIMILE DA QUELLO ODIERNO. 
 
 
IL MINISTRO DELLA ECONOMIA CELESTINO RODRIGUEZ ED IL SUO IDEOLOGO RICARDO ZINN LEGATI AL MONDO IMPRENDITORIALE PRESERO LE SEGUENTI MISURE :
 
sdoppiamento del  mercato di cambo in  commerciale e finanziario con svalutazione del  150% sul dóllaro comerciale e del 100% sul  finanziario.

Aumento del 100% delle tariffe dei servizi pubblici e dei trasporti e del  180% dei carburanti 
aumento dei salari   45%
 
LE CONSEGUENZE FURONO DRAMMATICHE , INFLAZIONE A QUASI IL MILLE PER CENTO,
AZZERAMENTO DI FATTO DEI DEBITI DELLE IMPRESE E PERDITA DI POTERE D’ACQUISTO DEI SALARI
 
LA SITUAZIONE CREATASI FU LA BASE DEL GOLPE DEL 1976
 

Colombo o Azurduy ? Bolivia o Italia ?

 
Colombo o Azurduy ? Bolivia o Italia ?
 
La Presidente Cristina KIRCHNER anni fa si ” impossessò” di una bella piazza pubblica della Città di Buenos Aires sede del monumento a Cristoforo Colomboper farne una sorta di giardino privato del palazzo presidenziale , la Casa Rosada.
In questi giorni, in omaggio all’ asse culturale Argentina, Bolivia, Venezuela il Governo ha dato ordinedi levare la statua a Colombo e trasportarla a Mar del Plata ( 400 km per 38 tonnellate..costo notevole ) per far posto al monumento a Juana AZURDUY* , patriota boliviana dell’ 800, donata dal presidente della Bolivia Evo MORALES.Il monumenmto a Colombo fiu posto nella omonima piazza nel 1921 ed è un simbolo della presenza  italiana in Argentina.Il Governatore della Città Mauricio MACRI si sta opponendo ed il parlamento cittadino ha emanato una legge a protezione del monumento. Le gru comunque sono già arrivate e difficilmente la Presidente farà marcia indietro forse anche per motivi di “genere” – donna lei donna Juana…Associazioni italiane sono insorte e tentano anche fisicamente di fermare lo scempio.
 
 
 
*Eroina della indipendenza della Bolivia e dell’ Argentina al punto che Simon Bolivar disse  che la Bolivia  avrebbe dovuto portare il suo nome, senza ovviamente poi fare nulla.
Bella figura di donna autentica , sposa, madre, combattente, fu lasciata morire in miseria e nel totale abbandono dalle autorità argentine e boliviane che le levarono anche una piccola pensione di vedovanza.
Post mortem more solito fu celebrata ed oggi l’aeroporto di Sucre porta il suo nome oltre ad una regione boliviana
L’ Argentina non poteva essere da meno e ha deciso di celebrarla collocandone  la statua davanti al Palazzo di Governo…o è l’ ennesimo sgarbo all’ Italia ?
Meglio pensare che Colombo fosse in realtà spagnolo..Colòn ?!

Monumento a Colombo simbolo in discussione ?

COLOMBO : NON E’ SOLO UN MONUMENTO MA UN SIMBOLO IN DISCUSSIONE ?
 
 
 
La vicenda del trasferimento del monumento a Cristoforo Colombo dal una piazza centrale di Buenos Aires  a Mar del Plata , città balneare,  per far posto ad un altro dedicato a Juana Azurduy , eroina boliviana dell’800 .è sintomo di  un aspetto culturale assai interessante.
La figura di Colombo  sta sempre più assumendo l’ aspetto del colonizzatore / usurpatore di diritti. Lo stesso termine ” scoperta ” genera una sorta di irritazione, quasi un disconoscimento delle esistanza di civiltà precedenti . Indubbiamente la figura di Colombo è ambigua, grande
navigatore, fu indubbiamente un colonizzatore che diede inizio al genocidio .
La tendenza bolivariana chavista conduce alla valorizzazione degli eroi locali e dei valori fondanti le rivoluzioni e gli stati nazionali.
 Indubbiamente Colombo non ne fa parte mentre Juana Azurduy si.
 
 
 
 
* il monumento fu eretto nel 1921 come dono della comunità italiana  – la Città di Buenos Aires non era allora autonoma ma come Distretto Federale, dipendente dalla Nazione , mentre dal 1995 è autonoma ed indipendente – di chi è il monumento ?

UN PO’ DI STORIA : IERI ED OGGI

LETTERA INFORMATIVA MAGGIO 2013 II
 
UN PO’ DI STORIA
 
ARGENTINA  1975 GOVERNO DI ISABEL PERON – SIMILITUDINI CON LA ODIERNA SITUAZIONE
 
L’ ARGENTINA VENIVA DA 11 ANNI DI CRESCITA ECONOMICA E IL POTERE DI ACQUISTO DEI SALARI ERA IL PU’ ALTO DELLA SUA STORIA
 
       LA INSICUREZZA POLITICA DEL DEBOLE E TRAGICO GOVERNO DI ISABEL PERON E DELLA SUA EMINENZA GRIGIA LOPEZ REGA, DETERMINARONO UNA “FUGA” AL DOLLARO CHE PRODUSSE  UNA DIFFERENZA DI QUASI IL 100% TRA CAMBIO UFFICIALE E PARALLELO, NON DISSIMILE DA QUELLO ODIERNO. 
 
 
IL MINISTRO DELLA ECONOMIA CELESTINO RODRIGUEZ ED IL SUO IDEOLOGO RICARDO ZINN LEGATI AL MONDO IMPRENDITORIALE PRESERO LE SEGUENTI MISURE :
 
sdoppiamento del  mercato di cambo in  commerciale e finanziario con svalutazione del  150% sul dóllaro comerciale e del 100% sul  finanziario.

Aumento del 100% delle tariffe dei servizi pubblici e dei trasporti e del  180% dei carburanti 
aumento dei salari   45%
 
LE CONSEGUENZE FURONO DRAMMATICHE , INFLAZIONE A QUASI IL MILLE PER CENTO,
AZZERAMENTO DI FATTO DEI DEBITI DELLE IMPRESE E PERDITA DI POTERE D’ACQUISTO DEI SALARI
 
LA SITUAZIONE CREATASI FU LA BASE DEL GOLPE DEL 1976
 

battaglia di salta 20 febbraio 1813

20 de febrero del año 1813 en Campo Castañares, en Argentina, se produjo un enfrentamiento armado conocido como la Batalla de Salta.

Esta batalla perteneció a la Guerra de la Independencia de Argentina, y se basó en el envío del general Manuel Belgrano y Eustoquio Díaz Vélez como segundo en jefe a combatir a las tropas de Juan Pío Tristán, que eran los realistas. Esto hizo que los realistas se rindiesen incondicionalmente, por lo que el control del reinado fue tomado por el ejército del norte. A su vez permitió recuperar el control del Alto Perú a los patriotas.

Riflessioni..l’ Argentina anticipa situazioni ?

 
Nel 1980 la economia argentina si avviò verso un collasso annunciato dato che la dittatura militare per favorire  le classi medie e  alte aveva instaurato il primato della finanza sulla produzione agricola e industriale. L’investimento finanziario superava talmente ogni e qualunque altro tipo di investimento che ingenti capitali esteri arrivavano nel Paese  e con un furioso modi e fuggì  realizzavano utili enormi , ritornando in dollari all’estero .Un dollaro mantenuto basso dal Banco Central  , alti tassi d’interesse in pesos, e il gioco era fatto
 Il meccanismo finanziario veniva fantasiosamente chiamato “bicicletta” in quanto consentiva ” pedalando” di “moltiplicare” investimenti e guadagni 
tramite una sorte  di derivato..” il deposito in pesos ” che veniva dato in
garanzia per ottenere altri pesos da investire scommettendo sempre sul
differenziale inflazione/svalutazione. Una vera e proria catena di sant ‘
Antonio come quella dei derivati…con guadagni di due digiti…
Nel 1981 il Banco Centrale gettò la spugna , il dollaro schizzò alle stelle
e il  castello di carte crollò    Naturalemente lo Stato aregntino assunse
tutte le perdite con una assicurazione di cambio…, i militari ne furono
comunque  travolti , tentarono la tragica carta Malvinas…e poi finalmente 
finirono,  sul banco degli imputati.
Alla fine degli anni ‘ 80 la iperflazione flagellava l’ Argentina, l ‘ 
elemento psicologico irrompeva nella economia e sui prezzi si scaricava non la inflazione ma la sua aspettativa. con effetto esponenziale. Il debito pubblico lasciato dai militari era enorme e in gran parte in dollari.. Il
pesos si svalutava rapidamente e la unica sicurezza era il dollaro che
aumentava a dismisura. Il ministro della economia del Presidente Menem ebbe una felice intuizione, nel 1991 presentò una legge chiamata di convertibilità : di fatto il peso valeva un dollaro con garanzia del Banco
Central..che per legge non poteva emettere pesos.se non in presenza di
riserve in dollari. .Grande liquidità andò al Governo per la vendita dei 
gioielli della “corona “, telefoni, energia, acqua, aeroporti, autostrade,
cantieri navali, siderurgica, petrolchimica ecc ecc tutto fu venduto e in 
fretta.. spesso il pagamento avveniva con titoli del debito pubblico alla 
pari..quando quotavano molto meno…Le conseguenze furono increbili e
rapide…affluirono notevoli capitali stranieri attratti da buoni prezzi in
dollari il cui cambio era garantito dallo Stato..la economia riprese e lì  Argentina tornò popolare nel mondo del business…fin troppo…
In realtà si trattava di una riedizione più elegante del dejà vu dell’ epoca
dei militari..alti tassi in pesos , dollaro artificialmente basso…Nessuno
ebbe il coraggio di ammazzare la gallina dalle uova d’oro e a fine anni ’90 
inizio XXI secolo il botto fu grande …svalutazione selvaggia e default..
Poi la fortuna..la magica soya rirese ricco il paese che crebbe..anche non
pagando i debiti,, a ritmio asiatici.almneo fino ad oggi.
 Questa lunga e spero non troppo noiosa storia per cogliere alcune
similitudini con i fatti che riguardano l’Italia e non solo ..le immense
speculazioni finanziarie che fanno guadagnare interi PIL , i  derivati (
tossici ) per i quali lo Stato in qualche modo garantisce salvando le banche  e drenando liquidità dal mercato con le tasse…e la camicia di forza della convertibilità vale a dire dell ‘Euro che ci impedisce di regolare la nostra economia..come non era possibile per l’ Argentina mantenere la stessa moneta degli USA così non è possibile, se non a caro prezzo, per l’ Italia mantenerer la stessa moneta della Germamia. L’Argentina uscì dalla crisi del 2001 con provvedimenti duri valutariamente
ma non fiscalmente e dopo una breve recessione il Paese riparti grazie agli introite delle esportazioni agricole  – prelievo alla origine  – che noi
ahimè non abbiamo. Storie simili ma in condizioni assai diverse a favore
della Argentina la cui storia, economica e politica ,dovrebbe essere
attentamente  studiata in quanto spesso anticipa la nostra.
>
> GIORGIO DE LORENZI
>

Omaggio a Borges

 
 
Omaggio a Borges
 
 
La vecchiaia (è questo il nome che gli altri gli danno)
può essere per noi il tempo più felice.
È morto l’animale o quasi è morto.
… Restano l’uomo e l’anima.
Vivo tra forme luminose e vaghe
che ancora non son tenebra.
Buenos Aires,
che un tempo si lacerava in sobborghi
verso la pianura incessante,
è di nuovo la Recoleta, il Retiro,
le confuse strade dell’Once
e le precarie case vecchie
che seguitiamo a chiamare il Sud.
Nella mia vita son sempre state troppe le cose;
Democrito di Abdera si strappò gli occhi per pensare;
il tempo è stato il mio Democrito.
Questa penombra è lenta e non fa male;
scorre per un mite pendio
e somiglia all’eterno.
Gli amici miei non hanno volto,
le donne son quello che furono in anni lontani,
i cantoni sono gli stessi e altri,
non hanno lettere i fogli dei libri.
Dovrebbe impaurirmi tutto questo
e invece è una dolcezza, un ritornare.
Delle generazioni di testi che ha la terra
non ne avrò letti che alcuni,
quelli che leggo ancora nel ricordo,
che rileggo e trasformo.
Dal Sud, dall’Est, dal Nord e dall’Ovest
convergono le vie che mi han condotto
al mio centro segreto.
Vie che furono già echi e passi,
donne, uomini, agonie e risorgere,
giorni con notti,
sogni e immagini del dormiveglia,
ogni minimo istante dello ieri
e degli ieri del mondo,
la salda spada del danese e la luna del persiano,
gli atti dei morti,
l’amore condiviso, le parole,
ed Emerson, la neve, e quanto ancora.
Posso infine scordare. Giungo al centro,
alla mia chiave, all’algebra,
al mio specchio.
Presto saprò chi sono.

(J.L. Borges )